Due banche “regionali” USA sono fallite negli scorsi giorni, cerchiamo di capire il perché e che effetti potrebbe avere sui mercati finanziari in giro per il mondo.

  • Società di ogni settore e in ogni paese falliscono regolarmente, ogni giorno e per svariati motivi. Non se ne parla proprio perchè nel mercato capitalista è una cosa normale.
  • Le banche, d’altra parte, tendono a fallire di meno (praticamente mai), non perché i loro manager siano più bravi, tutt’altro, ma perché vengono salvati dalle autorità finanziarie che reputano il costo del salvataggio inferiore delle conseguenze di un fallimento.
  • Di norma, i fallimenti bancari avvengono quando crediti (o prestiti) non vengono ripagati.

Detto questo, Silicon Valley Bank e Signature Bank sono fallite ma l’autorità finanziaria USA è intervenuta dichiarando “garantiti” tutti depositi delle due banche. In altre parole, gli azionisti e obbligazionisti delle due banche hanno perso interamente il loro investimento, ma i clienti non dovrebbero avere problemi.

L’attività di una banca si basa su un equilibrio semplice ma: si banche raccoglie denaro dai correntisti e lo usano in larga parte per investire (in titoli di stato), concedere mutui e prestiti. Quindi le banche non hanno mai a disposizione tutti i soldi dei correntisti, confidando nel fatto che è improbabile che tutti quanti ritirino la totalità dei fondi nello stesso momento.

E qui comincia il primo problema: i titoli obbligazionari sono stati comprati negli anni passati quando i tassi erano molto inferiori a quelli di oggi. Se la tesoreria della banca è stata gestita bene, questo non causa dei grandi problemi dato che basta tenerli a scadenza per non rilevare perdite sul portafoglio.

Se i correntisti chiedono di ritirare i loro risparmi la banca deve vendere titoli che valgono di meno di quanto pagato. Basta poco per generare una “corsa ai depositi” e causare una forte crisi di liquidità. Aggiungiamo che le 2 banche fallite erano molto esposte in un settore molto volatile come le società tecnologiche della Silicon Valley californiana che al momento non se la sta passando bene.

Tutto questo sta accadendo nonostante i fallimenti di Silicon Valley Bank e di Signature Bank nel fine settimana siano stati gestiti con prontezza dal governo e dalle autorità di vigilanza e soprattutto rassicurando i cittadini sul fatto che i loro conti correnti sono al sicuro ed evitare così corse agli sportelli scatenate dal panico.

«Tutti i clienti di queste banche possono stare tranquilli: saranno tutelati e avranno accesso ai loro conti correnti già da oggi», ha detto lunedì il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in conferenza stampa per rassicurare i correntisti e gli investitori finanziari. Biden ha poi detto che «i cittadini americani devono stare tranquilli sul fatto che le somme sui loro conti correnti sono a disposizione».

Per il momento, il problema è assolutamente circoscritto e non dovrebbe influenzare più di tanto i mercati finanziari.

Il rischio è che a questi delle società della Silicon Valley si aggiungano problemi legati al settore immobiliare USA, ma per il momento è solo un’ipotesi.

I mercati finanziari erano attesi ad uno storno dopo la salita di dicembre e gennaio e questa potrebbe essere stata la classica scintilla che fa scendere il valore dei titoli in previsione dei mesi di aprile e maggio che sono storicamente i più redditizi per gli investimenti azionari.

Pensiamo solo alle banche europee che non hanno alcuna esposizione con le società californiane, non sono presenti nel settore immobiliare USA e hanno pochi titoli obbligazionari statunitensi ma hanno perso molto più per “simpatia” che per altre ragioni.

In conclusione, in mancanza di nuovi e negativi sviluppi (il settore immobiliare USA, ad esempio), l’attuale momento negativo sui mercati è destinato a finire nei prossimi giorni/settimane.

Già oggi vediamo i mercati molto più calmi rispetto ai giorni scorsi con il prezzo di alcuni titoli scesi a livelli interessanti.

Continuiamo a seguire l’evolversi della situazione con attenzione.