Mosca ha iniziato questa notte una ”operazione speciale” destinata a smilitarizzare l’Ucraina, in quella che è probabilmente l’invasioni più anticipata della storia.
Il Risiko geopolitico successivo al dissolvimento della Unione Sovietica prevedeva che Bielorussia e Ucraina fungessero da cuscinetto tra occidente (leggi NATO) e Russia. Può dispiacere per le popolazioni di quei paesi, ma così fu concordato.
Poi, qualcuno in occidente decise che la Russia non sarebbe stata in grado di contrastare l’uscita dell’Ucraina dalla sfera di influenza Russa e cominciarono i contatti propedeutici alla adesione del paese alla NATO.
Putin, da buon dittatore e maschio “alfa” cominciò con l’annettersi la Crimea nel 2014.
Il messaggio, evidentemente, non arrivò e si lavorò per velocizzare l’entrata del paese ucraino nella NATO. A quel punto, l’invasione diventò una quasi certezza.
Si sapeva da tempo che doveva accadere dopo le olimpiadi di Pechino ma prima della primavera quando le steppe a ridosso del confine si trasformano per mesi in acquitrini difficilmente superabili dai tank russi. Il Presidente USA Biden disse in conferenza stampa già venerdì che la Russia avrebbe invaso tra la notte di mercoledì e giovedì, sicuramente pre-avvertito dai vertici Russi.
Quando Biden definisce questa guerra come “premeditata” (come se le tutte le altre guerre non lo fossero mai state) ammette di essere stato informato e, aggiungiamo noi, di non aver fatto nulla per impedirlo.
A parte, forse, trasferire 800 Marines dalle basi italiane in Ucraina per fronteggiare quasi 200mila soldati russi….come se gli USA avessero interesse a cominciare un’altra guerra adesso che sono finalmente scappati dall’Afghanistan.
Poco si andrà, è questa l’impressione e nonostante le “grida di dolore” dell’Economist, oltre ad un inasprimento delle sanzioni economiche, relativamente alle quali il paese si è preparato da tempo dimezzando l’indebitamento estero e riducendo il rapporto debito/PIL al 18% (l’Italia è al 160%, per dire). Nel frattempo, si è impennato il prezzo di gas, petrolio e derrate agricole, le principali esportazioni Russe e Ucraine.
Ma non siamo esperti Geopolitici, per sentire quelli basta accendere la televisione: cerchiamo quindi di capire le ripercussione sui mercati e sui nostri investimenti con l’aiuto di qualche grafico.
- Le Guerre sono positive per i mercati.
Buy the invasion, dice il grafico sopra e, infatti, tutte le invasioni hanno segnato il punto di minimo da cui i mercati sono ripartiti con violenza: Fa eccezione l’invasione dell’Afghanistan dei primi anni 2000 ma si veniva dallo scoppio della bolla internet e ci volle, appunto, una altra invasione: quella dell’Iraq.
Sarà anche brutto dirlo ma la guerra porta ordini commerciali e aumento della produttività. Senza contare che il giorno dell’invasione viene dispersa l’incertezza e noi sappiamo quanto il mercato non la ami.
2. Gli investimenti verso la Russia sono aumentati nelle settimane precedenti all’invasione.
Che il mondo finanziario non sia preoccupato dalla situazione lo vediamo dai flussi degli investitori sul mercato Russo dall’inizio dell’anno. Ci si sarebbe aspettato un deflusso, invece i soldi sono entrati.
3. Il mercato azionario Russo è uno dei più a sconto nel mondo.
Probabilmente gli investitori hanno reputato il valore di un mercato composto prevalentemente da materie prime e energetici abbastanza elevato da compensare i rischi.
Il grafico sopra ci dice che mai negli ultimi 10 anni il mercato russo è stato così a buon mercato.
Per gli esperti, un rapporto Prezzo/Utile, o PE, sotto 4 è bassissimo in termini assoluti.
4. I valore delle materie prime energetiche, come petrolio e gas naturale di cui la Russia è super esportatore, sono cresciute tantissimo e saliranno ancora nei prossimi giorni.
Questo significa maggiori entrate per il Paese. Ma non solo…
5. L’Ucraina e, in parte la Russia, sono anche grandi esportatori di materie prime agricole, i cui prezzi si stanno impennando.
Anche qui: maggiori entrate per la Russia (l’Ucraina).
E, ultimo punto per non preoccuparci troppo a riguardo della Guerra Russia Ucraina:
6. Le forniture Russe di gas e petrolio all’Ucraina sono aumentate di un terzo nel 2022.
Uhm, i miei sbiaditi ricordi di storia mi dicono che la prima cosa che l’assediante si preoccupa di fare è affamare il nemico, non il contrario.
In conclusione, i problemi sui mercati riguardano solo in minima parte la questione Russo/Ucraina.
Il problema è l’inflazione (e conseguente rialzo dei tassi) in un mercato ancora sopravalutato in alcuni componenti e zone geografiche.
Ma di questo parleremo la prossima volta.