Il mondo dei prossimi anni vedrà un aumentato peso economico e politico di Cina e Sud Est Asiatico.

Nessuno lo dubita.

Quindi, perché i mercati azionari di questa parte del mondo sono scesi nella seconda parte del 2021 mentre USA e tecnologici in generali raggiungono nuovi massimo quasi ogni settimana?

Accidenti, anche i mercati europei stanno crescendo, qualcosa non ci è chiaro.

Il grafico sotto mette a confronto l’andamento del mercato azionario cinese (linea blu), il Nasdaq USA (linea azzurra) e il mercato mondiale (linea grigia).

La Cina è una dittatura Capitalista (l’ossimoro supremo dello scorso secolo), a differenza delle controparti Europee e Nord Americane, anche se tanti anni di sviluppo economico e finanziario lo aveva fatto dimenticare, e la classe dirigente ha deciso che alcuni correttivi sono necessari. In particolare, la dirigenza cinese vorrebbe evitare una deriva sovietica con la creazione di tanti oligarchi super ricchi a discapito del benessere della popolazione. Dopo tutto, il motto cinese è “tutto per il bene dei molti”.

In un paese la cui crescita economica è stata ed è fantastica, alcuni settori hanno numeri strabilianti: l’immobiliare, l’educazione e il tecnologico.

L’immobiliare è sulle prime pagine di tutti i giornali, l’educativo meno ma solo perché non siamo familiari con la grande spinta al miglioramento personale dei cinesi. I grandi soldi sono stati fatti però nel settore tecnologico ed è qui che i grandi cambiamenti avvengono.

Qualche giorno fa si è tenuto il sesto Plenum del Partito Comunista, che stabilirà l’impostazione del prossimo congresso, quello destinato a sancire il ruolo di portata storica del presidente Xi Jinping e a spianare la strada per un suo terzo mandato alla guida del PCC, facendo dell’attuale segretario generale il primo leader a tagliare questo traguardo dai tempi di Mao.

Xi Jinping ha accusato spesso i giganti tech di arricchirsi a danno della classe media. Non rispettando la privacy e abusando delle proprie posizioni dominanti. L’obiettivo sarebbe quello di redistribuire le enormi ricchezze del settore a un numero più ampio di cinesi ampliando così il consenso del leader.

In aggiunta, sembra che il Governo cinese sia intenzionato a comprare il South China Morning Post di Hong Kong, uno delle poche fonti di notizie semi-libere e controllato da Alibaba che non ha mai manifestato nessuna volontà di cederlo.

A infiammare la situazione ci ha pensato un altro settore, diametralmente opposto ai tech ma che ha effetti enormi sui tassi di interesse e da solo è in grado di far scoppiare una bolla, con ripercussioni sull’intero mercato: è il comparto immobiliare, che vale un quarto del Pil del Paese.  Già tre volte negli ultimi due mesi Evergrande ha evitato il default pagando le cedole a un soffio dalla scadenza.

Pechino andrà avanti a perseguire i suoi obiettivi politici ma una guerra ai tech non conviene a nessuno. Se il problema è la cessione di un quotidiano o avviare la produzione dei chip, i punti di incontro non mancano e non per forza rallenteranno la corsa dei tech.

Alibaba e Tencent

Secondo Bloomberg Intelligence la prossima trimestrale di Alibaba, attesa per il 18 novembre metterà in mostra la forte resilienza del gruppo agli attacchi di Pechino. L’85% del fatturato è generato dall’e-commerce che non è stato intaccato dalle misure prese dal governo per limitare l’attività della società. Sempre secondo Bloomberg Intelligence, Alibaba sarà in grado di stupire gli analisti con un numero di utenti molto più alto delle attese, sostenuto dalle nuove restrizioni anti-covid in atto in Cina.

Le notizie su Tencent riguardano due ambiti, il primo è la scelta di affiancare Pechino nella rincorsa all’indipendenza sul fronte chip. Dall’altro gli analisti sono convinti che la svolta verso il metaverso di Facebook sottolinea come la strategia di Tencent, in anticipo sul colosso Usa, nella nuova frontiera della realtà virtuale, si rivelerà molto efficace.

Tencent è l’editore locale della piattaforma di gioco di Roblox Corp., che consente agli utenti di creare mondi virtuali. La società ha persino registrato marchi relativi al metaverso per le sue app social e musicali in Cina. A parte le sue radici nei social network, Tencent gestisce un vasto impero commerciale, toccando di tutto, dai giochi ai pagamenti mobili e agli uffici virtuali. La sua super app WeChat è già indispensabile per il miliardo di cinesi che la usano per chattare, fare acquisti, guardare video e ordinare cibo e taxi.

Nel 2021 il mercato cinese è sceso significativamente, probabilmente anticipando quello che succederà negli altri mercati.