Buongiorno a tutti,

Circa un mese fa, verso la fine di febbraio, ci rendemmo conto dell’arrivo del Covid 19 in Italia al contrario di tutte le altre epidemie successive alla Spagnola degli anni ’20 del secolo scorso, e il nostro mondo è cambiato.

Ad essere precisi, nei primi anni ’60 una forma virulenta di influenza che causò molti decessi, soprattutto tra i bambini, arrivò in Euopa. Erano decisamente altri tempi quando i bambini morivano ancora. La strategia di contenimento fu quella di far ammalare, sviluppare una immunità di gregge e andare avanti. L’economia non ne risentì minimamente e parti quel boom che ha reso oggi l’Italia uno dei paesi più ricchi del mondo.

Questo atteggiamento ai nostri giorni non è possibile: un decesso evitabile è un decesso da eludere a tutti i costi, e per fortuna. In questi 60 anni i progressi medici e diagnostici sono aumentati enormemente, come anche la popolazione mondiale e la globalizzazione. Matematica e statistica sono invece rimaste uguali, che permette di fare due calcoli.

La risposta mondiale alla pandemia è stata molto veloce e vigorosa. Forse oggi non sembra perché ci siamo in mezzo ma non esistono precedenti di risposte globali (più o meno) coordinate avvenute in un cosi breve lasso di tempo. Ci vorrà ancora un mese per uscire dall’emergenza ma i libri di storia descriveranno questo momento come una risposta rapida e unita che ha permesso al Mondo di contenere i danni umani ed economici, e andare a avanti.

Il grafico sotto aggiornato a venerdì 20 marzo ci mostra il probabile decorso della pandemia in Italia. I calcoli fanno riferimento all’esperienza di Wuhan, a passate epidemie, tiene conto delle misure di quarantena e utilizza metodi statistici di proiezione, con un margine di errore del 5%.

  • Il picco di Casi Attivi (Nuovi Casi – Guariti e Morti) giornalieri verrà toccato lunedì 23 marzo. Vedremo quindi a partire da metà della prossima settimana una marcata riduzione della curva dei contagi.
  • Il picco di Nuovi Casi giornalieri (circa 7.000) verrà toccato agli inizi della settimana successiva.
  • Il 6 aprile finalmente vedremo una discesa dei Casi Attivi Totali e una discesa dei decessi giornalieri (che rimarranno attorno a 800 sino alla fine del mese).
  • La settimana di Pasqua dovrebbe vedere la fine dell’emergenza, con il crollo dei nuovi casi e il rapido aumento delle guarigioni. In mancanza di sorprese sul “secondo contagio” e “contagio di ritorno”, si allenteranno le misure di quarantena dalla settimana successiva.

L’esperienza italiana, praticamente uguale a quella di Wuhan, dovrebbe essere il miglior segnale di ottimismo per il mondo: il contagio è prevedibile e gestibile nella sua dinamica.

La situazione economica globale sentirà gli effetti negativi del fermo economico ancora per qualche mese, ma con il passaggio dell’emergenza sarà possibile fare calcoli prospettici.

Non entro qui sulle operazioni di finanza straordinaria messe in campo dalle varie autorità finanziarie mondiali i cui effetti si paleseranno nei prossimi mesi. Sottolineo solo il fatto che più o meno tutti hanno copiato il “whatever it takes” di Draghi: qualunque misura necessaria!

Direi che già questo ci porti a scartare un ripetersi del 1929 e successiva Grande Depressione quando le nascenti autorità finanziarie fecero a gara a chi sbagliava di più e ci volle la guerra per ritornare in rotta.

E ALLORA PERCHÉ I MERCATI SONO IMPAZZITI?

Principalmente, da un atteso storno di mercato, si è creato un circolo vizioso: aumentano le vendite => sale la volatilità => vari mercati vanno in stress e diventano disfunzionali => aumentano le vendite sugli assets non correlati per fare cash =>..ecc.

Gli indici azionari, come anche i corporate bonds, hanno accusato forti perdite (-30 Nasdaq -42% Dax -33% Eurostoxx).
Giovedì abbiamo anche assistito al rischio di una ripetizione in Europa della crisi sovrana con il BTP a 300 bp di spread, crisi però rientrata già venerdì.

I DANNI CI SARANNO, MA SARANNO TEMPORANEI

I danni all’economia saranno notevoli (aumento disoccupazione, fallimenti, ecc), ma temporanei, per due motivi :
1) nel giro di alcuni mesi il virus sarà contenuto (basteranno alcune settimane per alcuni paesi più avanti per vedere la luce in fondo al tunnel, generando una ripresa della fiducia a livello mondiale)
2) sono stati implementati stimoli monetari e fiscali che attutiscono l’impatto economico di questo shock e creano le basi per una rapida ripresa successiva.

3) Il tasso di mortalità è alto rispetto all’influenza (2% vs 0.1) ma non è in grado di creare una crisi umanitaria. La mortalità si concentra nelle persone sopra i 75 anni con 1 o più patologie pre-esistenti. Viene attaccata solo molto marginalmente la forza lavoro giovanile o matura.

Compito fondamentale delle Autorità è ora evitare l’avvitamento della finanza: riducendo le vendite forzate e fornendo dei finanziamenti ponte a chi ha bisogno di liquidità. Serve quindi ridurre la volatilità e stabilizzare i mercati, alcuni fondi salteranno, cosi come alcune aziende falliranno, è ovvio, ma questo è già incorporato dal -30%/-40% degli indici.

Fra qualche giorno, a fronte di queste vendite forzate, altri investitori, senza questi problemi, si faranno avanti, sempre più convinti, a rilevare gli asset liquidati.

 Impatto sugli investimenti

Noi non siamo né epidemiologi né economisti, siamo interessati ai mercati finanziari e agli impatti che le loro dinamiche possono avere sui nostri investimenti.

  1. I mercati finanziari sono per loro natura anticipatori e si muovono prima dell’avverarsi della situazione. Sono infatti scesi a marzo quando ancora i dati economici erano buoni, e saliranno verosimilmente nei prossimi mesi nonostante crisi economica e aumento della disoccupazione.
  2. Gli investimenti consistono, in poche parole, nel prestare soldi (obbligazioni) o comprare quote (azioni) di società e il valore di questi investimenti segue la salute delle società: più queste sono in utile, più salirà il valore del nostro investimento.

Facciamo due esempi, Boeing e Walt Disney. Come vedete nei due grafici sotto entrambe queste due società hanno perso quasi la metà del loro valore in due settimane. Cosa significa questo movimento, che la metà dei parchi divertimento, dei film e dei cartoni della Disney sono spariti? Similarmente, pensiamo che uno dei due monopolisti mondiali nella costruzione di aerei ha perso la metà delle commesse di prodotti che costano centinaia di milioni di dollari e vengono prenotati e pagati 5 anni in anticipo? Siamo sicuri che passato il momentaccio solo il 50% dei passeggeri prenderà l’aereo?

Certo che no. Probabilmente l’estate 2020 risentirà della pandemia, ma in poco tempo la situazione si normalizzerà e le famiglie che torneranno a volare con aerei Boeing per raggiungere i parchi divertimento della Disney.

     

A riprova dell’irrazionalità del momento, anche le obbligazioni hanno subito perdite irragionevoli. A meno di pensare che una delle compagnie petrolifere più grandi del mondo, la Pemex, e una assicurazione di primo livello, la Aegon, falliranno nei prossimi mesi, acquistare titoli che rendono il 5,78% e il 7,37% sembra l’occasione della vita. Anche in considerazione del fatto che i tassi sono attorno allo “zero”

Conclusioni

Di seguito vi propongo il grafico più rappresentativo, a mio modo di vedere, della vera natura dell’investimento, l’indice azionario USA dal 1900 ad oggi.

– sul lungo periodo il mercato sale sempre;

– durante gli scorsi 120 anni ci sono state 10 discese ‘epocali’ dei mercati azionari, attuale inclusa.  Il mercato si è sempre ripreso e in tempi piuttosto veloci (crisi del ’29 esclusa ma li ci sono stati grossolani errori di programmazione economica);

– le ultime 6 discese hanno avuto uno sviluppo a ‘V’, con recuperi piuttosto veloci, probabilmente grazie alle efficaci politiche finanziarie e fiscali;

– 5 dollari investiti nel 1900 sono diventati 3.000 a fine 2019: una crescita composta del 2.500%. O se vogliamo, una crescita media annuale superiore all’8%.

Nei prossimi giorni terremo sotto controllo la curva dei contagi italiana per anticipare la fine dell’emergenza, prima da noi e poi negli altri paesi.

Sarà quello il momento per rientrare sui mercati.

 

Maurizio Morolli

21 marzo 2020